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Villa Bastia

Certo, se la tua storia è vecchia di mille anni sai quante cose da raccontare!

Mi trovo in questa situazione, sono qui che penso alle storie più interessanti da narrarti e non riesco a decidermi.

Mi sa che comincerò con il presentarmi: salve a tutti, mi chiamo Villa Bastia, sono anzianotta, abbandonata, sola soletta.

Eh, ma un tempo non ero mica così acciaccata, svettavo bella e lussuosa vicino al fiume toscano Elsa, posto strategico scelto dai miei fondatori per controllare i commerci fluviali.

Appena nata avevo un altro nome, tutti mi conoscevano come Torre di Benno, il mio primo proprietario. Facevo la guardia al ponte che allora attraversava il fiume e alle merci. D’altro canto, era terra di confine, Firenze, Pisa e Lucca sgomitavano per il potere nella mia zona.

Così son passati i miei primi 400 anni, ero ancora una ragazzetta quando, all’inizio del 1500, la famiglia fiorentina dei Pucci mi trasformò da torre a villa di campagna con tanto di terre e possedimenti vari. Solo che i Pucci erano teste calde, si ribellarono ai Medici e furono travolti dal fallimento delle loro congiure, le loro proprietà confiscate e io mi ritrovai sotto la cura dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano di Pisa.

Nel 1650 vengo acquistata dai conti Orlandini che modificano e ampliano a loro gusto le mie mura. Il massimo splendore però l’ho raggiunto con il mio ultimo padrone, l’industriale Amedeo Del Vivo. Uomo dai mille interessi, era esperto nei trasporti fluviali, nell’industria conciaria e in quella del vetro. Fu lui ad ammodernare le mie stanze con affreschi e bellissime decorazioni.

Furono gli anni più felici, i campi intorno a me erano rigogliosi e ben tenuti, le feste mi rendevano bella e luccicante, i soldi per la mia manutenzione non mancavano mai. Amedeo era uomo potente e politicamente influente, pensa che, quando fu inaugurata la ferrovia Empoli-Siena non era prevista la stazione di Ponte a Elsa, fu lui a pretendere dalla compagnia ferroviaria una stazione in piena regola per venire a trovarmi con comodità.

Mi viene la pelle d’oca al solo ricordo. Già, purtroppo tutto questo è solo un ricordo. Gli eredi mi hanno venduto ad una società che mi doveva ristrutturare, dividere in appartamenti di lusso, rendermi di nuovo bella. Tutto si è fermato però, da più di 15 anni non si muove foglia, dell’impresa edile che aveva iniziato i lavori nessuna traccia. I miei affreschi si stanno sbiadendo e non sopporto più l’aria immobile nelle stanze, vorrei di nuovo sentire la musica, le risate dei balli nelle feste di un tempo. Anche se so che sono solo sogni, desideri non più realizzabili, sognare non costa niente e mi dà la forza di affrontare da sola un nuovo giorno.

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