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England sweet England

La ghiottoneria è la curiosità dello stomaco. - André Gide

Lo so, non è che quando si parte per Londra, o l’Inghilterra in generale, si sta lì a pensare ai dolcetti che si troveranno e si potranno assaggiare.

Ma la mia curiosità dolciaria – e la mia golosità! – non conoscono confini, né tantomeno pregiudizi (inter)culturali, per cui, non appena so che mi cimenterò in qualche viaggio estero, inizio a fare mente locale dei dolci del posto di cui potrò deliziarmi.

Tipo: appena ho saputo che questo luglio me ne sarei andata due settimane nel cuore di Greenwich, in Inghiltera, a lavorare, nella mia mente hanno iniziato a girare immagini di quel che avrei potuto trovare, e sperimentare, di dolce, una volta in loco.

Quando vado via per due settimane di lavoro in Inghilterra, il lavoro è intenso e mi tiene impegnata praticamente 24 su 24 e 7 su 7. Ho dei rari momenti di “calma”, in cui sono relativamente libera di gestirmi il mio tempo, momenti in cui so che posso dedicarmi alle mie esplorazioni dolciarie.

Ecco che appena mi si profilano davanti un forno o una pasticceria, dove so che troverò prodotti artigianali, dentro mi prende un subbuglio che sembra dirmi: “E ora, da dove iniziamo?”. Questa estate, tutto ha avuto inizio a Brighton. Meno di due ore di tempo libero, che ho dedicato all’esplorazione delle famose lanes, viuzze strette e caratteristiche in cui si trovano negozi un po’ particolari, non catene, per dire, ma botteghe che producono prodotti artigianalmente, librerie indipendenti specializzate in alcuni settori, e locali che producono e offrono cibo “alternativo” o cosiddetto “sano”.

Ed è proprio dentro uno di questi locali che ha avuto inizio la mia esplorazione. Avevo bisogno di un caffè, il più “italiano” possibile, e per la precisione sognavo un buon macchiato (fuori la temperatura si aggirava sui 17 gradi – come si addice alla tipica estate inglese). Il macchiato mi è stato servito in modo insolito: in due bicchierini separati, da una parte il caffè, dall’altra il latte caldo. Bicchierini molto originali, fatti con chicchi di caffè riciclati, come mi ha spiegato il barista. Ho poi scoperto che il locale non è solo una caffetteria, ma anche un negozio vero e proprio che vende prodotti naturali per la casa e per il corpo. Oltre a torte fatte in casa, di cui ho potuto assaggiare, con estremo piacere, una fetta di caramel loaf, quello che si potrebbe definire un plumcake al caramello (scoprendo quanto sia diffuso il caramello in terra inglese).

caffè macchiato e caramel loaf a Brighton

La mia esplorazione dolciaria successiva è avvenuta in occasione della visita del castello di Windsor. Anche lì, le mie solite due ore scarse libere, tutte da gestire come volevo. Dopo una capatina alla leggendaria libreria Waterstones (dove mi sono regalata un libro nuovo) e in un negozio di cose usate, detto charity shop (dove mi sono regalata un libro usato), ho individuato la caffetteria-pasticceria giusta per me: il mio intuito mi ha fatto incappare in una barista italiana, che, appena mi ha sentito spiegare al cassiere inglese cosa intendevo per caffè macchiato, mi ha apostrofata in italiano, con un bel “Tranquilla, te lo faccio io”. E stavolta mi sono dedicata all’assaggio di un soffice cupcake dall’aspetto invitante, tutto al cioccolato, ricoperto da una ganache al cioccolato che si scioglieva in bocca. Per la consistenza interna piuttosto secca, è sempre consigliabile l’inzuppo del cupcake nel caffellatte o nel tè!

chocolate cupcake

Altra città, altro dolcino: girando per Greenwich, ho subito notato un paio di forni, detti bakery, dall’aspetto piuttosto elegante, nelle cui vetrine facevano bella mostra pagnotte di pane e dolcini di vario tipo.

Bakery forno

Forno inglese

Appena ho avuto le mie solite due ore di tempo libero, mi sono fiondata in entrambi i forni, per prendermi qualcosa da gustarmi la mattina dopo a colazione (stanca della serie infinita di latte e cereali alla mensa del college!): da vera intenditrice (nonché produttrice!) di muffin, ho iniziato con un chocolate muffin, muffin con gocce di cioccolato fondente, che si è rivelato non solo di ampie dimensioni, ma morbidissimo, da inzuppare con gaudio nel caffellatte (mi sono poi dovuta accontentare di Starbucks, non avendo a disposizione altro…), e ho proseguito con un orange and chocolate bun, un “panino” dolce lievitato con dentro cioccolato sciolto e cacao e succo e scorza d’arancia, che altro non è che una rivisitazione anglosassone dei famosi cinnamom rolls svedesi. Il bun è molto simile alle nostre “girelle”, farcite di solito con uvetta o gocce di cioccolato, per cui non ci si deve aspettare il ripieno tipico di una brioche, ma un “bagno” nel cioccolato e nel succo di arancia. Ecco la foto della mia dolce colazione il mattino dopo!

 

Dolci tipici inglesi

Nel mio inventario di dolci, sentivo però che mancava qualcosa: la famosa custard, crema pasticcera, che al mio palato sembra un po’ meno dolce di quella italiana. Il caso ha voluto che, girando per la via principale del paese più vicino al mio college, Eltham, (la High Street, un po’ come la Via Roma nei paesi italiani), mi imbattessi in una catena di dolcetti artigianali, regalandomi un caramel custard donut, che alla fine è un bombolone con tanta crema dentro, ricoperto con una glassa al caramello (poteva mai mancare?).

foto di Rod Long – unsplash

Dulcis in fundo (è proprio il caso di dirlo!), nell’ultima gita a Londra, mentre stavo rientrando al luogo dell’appuntamento, dopo le mie due ore libere, con lo stomaco che iniziava a brontolare un po’, mi sono imbattuta in una catena internazionale che sforna cookies a ogni ora, biscotti di ogni tipo, e te li serve caldi. Per concludere in maniera degna e coerente questo mio percorso dolciario a più tappe, mi sono goduta un caramel cookie, morbidissimo e caldo, con pezzetti di caramello che mi si scioglievano in bocca. Con 17 gradi fuori, non ci stava per niente male!

foto di Amirali Mirhashenian – unsplash

Una volta rientrata nella mia estate milanese di oltre 30 gradi, la voglia di dolce mi è decisamente passata. Ma mi è rimasto il ricordo di una Inghilterra che sa sempre regalarmi attimi di vera dolcezza.

E tu, quali di questi dolcetti inglesi preferisci? Scrivimelo in un commento qui sotto!

P.S: tutti i dolcini evidenziati nell’articolo, se cliccati, rimandano ai luoghi in cui li ho presi. Se per caso ci capiti, un giorno, ricordati di me!

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