Donne “oltre”: l’arte di Jenny Saville a Firenze
Jenny Saville, artista britannica “oltre ogni etichetta”, è interessata a tutti gli esseri umani, a tutti i corpi, con il desiderio di coglierne la parte più vera.

Vanessa Tonarelli
Il personaggio che vi presenterò oggi è stata una lunga attesa per me, conoscevo le sue opere e non vedevo l’ora di vederle dal vivo e vi assicuro che averle davanti gli occhi è un’esperienza emozionante.
Sto parlando di Jenny Saville, britannica, classe 1970, una delle artiste più quotate del panorama contemporaneo. Nota ai più per i suoi dipinti di corpi ammassati e opulenti. Personalità che si professa libera e che non desidera etichette. Ho letto molti articoli dove la definizione che maggiormente le si accostava era quella di “artista del femminile”, in realtà ella è interessata a tutti gli esseri umani, a tutti i corpi, con il desiderio di coglierne l’anima, la parte più vera.

Le sue opere sono godibili fino al 20 febbraio 2022, a Firenze, con una mostra diffusa in vari edifici simbolo della città: Palazzo Vecchio, Museo degli Innocenti, Museo dell’Opera del Duomo e Casa Buonarroti. La maggior parte della sua produzione, disegni e dipinti, si trova al Museo del ‘900, ex Spedale di San Paolo, che si affaccia sulla piazza di Santa Maria Novella. Per presentarvi l’artista ho scelto proprio quest’ultimo luogo.
Di seguito i miei suggerimenti su come affrontare la mostra al Museo del Novecento di Firenze:
- Prima di entrare date un occhio ad una vetrina visibile dal loggiato verso l’interno (li dov’era l’ex chiesa dell’ospedale), vi apparirà un dipinto monumentale. Si tratta di Rosetta 2, una studentessa cieca della nascita che la la Saville ha conosciuto a Napoli. Il dialogare con il suo soggetto è stato fondamentale per la realizzazione del dipinto, per la Saville era importantissimo far cogliere la sua bellezza interiore, rendere i suoi occhi non vedenti pieni di significato, una visuale più ampia sulla vita, cecità come sguardo oltre la realtà.
Entrando, al piano terra, troverete ritratti di grandi dimensioni (l’artista fu fortemente influenzata dalle grandi tele dei veneti, viste con lo zio a Venezia). Intanto vi suggerisco di guardarli attentamente perché ognuno di essi ha tanto da comunicare. Prestate attenzione ai colori : le ferite, le tumefazioni, lo stravolgimento della carne. Per la Saville, spaventata dal « bello accademico », la bellezza sta nell’unicità, con le sue gioie e i suoi dolori.
Tra i soggetti trovate Prisme, Circe, Ligea e Iris, tutte figure mitologiche che rivolgono lo sguardo verso l’alto. Occhi fieri ed intensi: non c’è sconfitta nella loro anima. Divertivi anche a cercare l’autoritratto dell’artista, vi do un piccolo indizio: i suoi occhi puntano sullo spettatore.
Al primo piano ci sono per la maggior parte disegni con tematiche care all’artista, come la maternità e la sofferenza dell’individuo. Questi temi sono messi idealmente in correlazione con i capolavori dei grandi maestri come : Leonardo (per la maternità) e Michelangelo (per la sofferenza dell’individuo). A proposito del secondo punto, la Saville si focalizza sulle storie individuali, molto colpita dagli eventi di cronaca, guerre e migrazioni. Accosta queste enormi tragedie alle pietà Michelangiolesche. Grovigli di corpi straziati dal dolore in cerca di salvezza nell’indifferenza generale.
Una volta usciti, guardatevi intorno, ammirate la bellezza della piazza su cui si affaccia l’esposizione e sarete pronti per andare alla ricerca delle altre opere di questa mostra meravigliosa.
Per tutte le info, sconti e riduzioni, visitate www.museonovecento.it.
Buona arte a tutti e tutte !!
No comment yet, add your voice below!